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Editoriale Percorsi

​Cari soci,
 

viviamo in un’epoca caratterizzata da inquietanti incertezze sul futuro che ci attende. Una fra tutte appare più complessa e grave delle altre, quella del cambiamento climatico. Solo il fatto che coinvolga il domani (ma già anche l’oggi) dell’umanità farebbe presupporre un impegno corale e totale di persone ed istituzioni nella ricerca dei rimedi.
Purtroppo così non è, anzi. C’è una buona parte di Paesi, di organismi internazionali e di popolazioni che rifiutano o sottovalutano il problema. 
 
Al centro di questa situazione caotica è da qualche tempo la figura di Greta Thunberg, la giovane svedese che ha fatto della lotta alle cattive abitudini che portano alla distruzione dell’ambiente la ragione della sua vita. Eppure Greta è vista da ampi settori dell’establishment (e non solo) come una rompiscatole saputella che pretende di fare la morale ai più “grandi”.
In effetti c’è molta morale in quello che sostiene, ragione in più per ascoltarla e cercare di modificare il nostro stile di vita. 
 
Al di là del merito della questione (è ovvio che tante cose devono cambiare nel modo di utilizzare le sempre più scarse risorse del pianeta) fa arrabbiare che la maggior parte delle critiche a lei mosse siano basate sull’età troppo giovane dell’attivista, come se questa fosse una dichiarazione di incompetenza e inaffidabilità.
Piuttosto, la cosa grave sta nell’amara constatazione che la sensibilità e l’impegno manifestati con immensa passione da Greta non siano venuti da uno dei tanti “adulti” impegnati politicamente o socialmente.  
L’età, troppo piccola o troppo grande, non è mai una colpa o un limite: le buone idee e le buone azioni non hanno frontiere, di nessun genere. Ben vengano giovani entusiasti e determinati come Greta.
La nostra cara Terra ne ha un grande bisogno.
E anche noi che la popoliamo.
 
Diego Pistone